La scrittura e le sue difficoltà

La scrittura e le sue difficoltà

Sono Cartolaia, come piace definirmi, ma non tutto quello che so l’ho appreso nel momento in cui ho messo piede in negozio. Alcune, molte, cose le ho imparate strada facendo, tramite il confronto e la curiosità di sapere sempre qualcosa in più.

Tanto per darvene un assaggio vi rendo partecipi di un episodio che da il via ad un argomento molto più ampio che interessa tutti quanti.

Periodo di inizio scuola di qualche anno fa, entra una signora e mi chiede se abbiamo quaderni per disgrafici, la mia prima reazione è stata “disgraCHE?!?”, del resto si sa che sono senza filtri, quello che penso lo dico.
Prima cosa che feci dopo i primi secondi di titubanza fu una mera ricerca della definizione di “quaderno per disgrafici”, ed eccolo un quaderno con alternanza di righe giallo tenue e righe bianche, più un bordo ben delineato e di colore rosso.
Ma perché questa conformazione?? Le righe evidenziate in giallo tenue, tracciano il binario di scrittura, consentendo di scrivere lettere dalle giuste dimensioni e ben spaziate tra di loro. I margini ben contraddistinti dal colore e da appostiti simboli, aiutano ad orientarsi nella disposizione della scrittura. Oltre che per i disgrafici questi quaderni vengono caldamente consigliati per le prime classi, così da prevenire molte difficoltà di scrittura.
Ma andiamo avanti, il sito della Treccani spiega così il termine disgrafia: “disgrafia Disturbo della scrittura che riguarda gli aspetti motori di essa; spesso è associata a dislessia. Le cause possono essere diverse: lesionali, turbe neurologiche minori, deficit sensoriali, irregolarità della lateralizzazione, errata percezione e organizzazione spaziale, problemi motori trascurati, emotività. Il soggetto disgrafico scrive con molta fatica, lentamente e con rigidità, spesso ha crampi o dolori muscolari al braccio e alla mano, per l’attenzione eccessiva che impiega al fine di evitare errori di scrittura; i suoi scritti contengono errori fonologici o sostituzione di grafemi con altri omofoni.”
Dalla parte sottolineata subito mi vengono in mente molti genitori che lamentano una difficoltà del proprio bambino a scrivere e, soprattutto, tenere in mano correttamente la penna, ma non per questo vostro figlio dev’essere per forza disgrafico se presenta queste difficoltà, spesso infatti, si tratta solo di un errore nell’apprendimento nel modo di scrivere, come la semplice impugnatura della penna, che se non corretta può portare a difficoltà per tutto il resto della vita. Ad oggi, fortunatamente, quasi tutte le aziende di prodotti da scrittura hanno modificato, o introdotto, prodotti che aiutino il bambino ad un migliore approccio con la scrittura. Del resto, se si impara una cosa nel modo scorretto, questo errore ce lo porteremo avanti finché non verrà corretto con molta più fatica. Ma cos’hanno queste penne di così differente?

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Semplicemente la sezione della penna/matita, invece che essere esagonale o cilindrica, è triangolare. Questa forma ci aiuta, eh si non solo i bambini hanno metodi scorretti, a mantenere le dita nella posizione corretta, la penna tra pollice ed indice appoggiata sul dito medio.

Qualche anno fa sempre era uscita una gommina da posizionare attorno alla matita, che aiutava a mantenere la giusta impugnatura oltre a dare un sostegno più morbido alla mano del bambino. Provati…impossibile impugnare la matita in modo scorretto! Inoltre il sostegno morbido permette di non dover stringere le dita attorno al fusto della penna, così da affaticarsi molto meno se si è costretti a scrivere a lungo.